Italia contro il phase out Europeo delle auto endotermiche

2023-03-08 14:58:42 By : Ms. Sophia Li

I trasporti sono il più grande problema climatico in Europa, rappresentando il 27% delle emissioni di gas serra del blocco.Scopri di più su ciò che Transport & Environment sta facendo per ripulirlo.Il passaggio da motori inquinanti a veicoli elettrici a zero emissioni è fondamentale per decarbonizzare le auto, responsabili del 12% di tutte le emissioni di gas serra in Europa.Le emissioni di autocarri e furgoni sono in rapida crescita.Ma camion e furgoni puliti e elettrici a batteria sono pronti oggi.L'aviazione è la forma di trasporto più climaticamente intensiva.I carburanti verdi, le nuove tecnologie e la riduzione della domanda possono metterci sulla strada per un volo più pulito.Il trasporto marittimo è responsabile di oltre un decimo delle emissioni di CO2 dei trasporti ed è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico.Grazie a decenni di inerzia, il suo impatto ambientale sta crescendo.Ma il passaggio ai combustibili verdi offre un futuro più pulito.I trasporti europei dipendono fortemente dal petrolio: circa il 94% dell'energia dei trasporti proviene dal petrolio.La tempestiva decarbonizzazione della nostra economia non sarà possibile senza un flusso significativo di investimenti privati ​​in attività economiche sostenibili.La qualità dell'aria rimane un grave problema ambientale.L'Europa ha bisogno di una legislazione ben applicata sull'inquinamento atmosferico per automobili, furgoni, autobus e camion.È urgente trasformare il modo in cui ci muoviamo se vogliamo affrontare l'inquinamento atmosferico che ci sta uccidendo e fermare la crisi climatica.La ferrovia è uno dei modi di trasporto più ecologici, quindi avere una quota maggiore di viaggi di passeggeri e merci effettuati in treno è fondamentale per la decarbonizzazione del settore dei trasporti.Gli strumenti per il clima sono la raccolta di misure e accordi che possono essere applicati a tutti i settori dei trasporti per supportare gli attori a raggiungere una rapida e profonda decarbonizzazione.Scopri le principali intuizioni di T&E sul mondo del trasporto pulitoIl principale gruppo europeo per la campagna sui trasporti pulitiLa segreteria principale di Transport & Environment ha sede a Bruxelles e lavoriamo anche con uffici nazionali in Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito.Trova maggiori informazioni sul nostro staff e sui membri del consiglio di amministrazione.I nostri membri promuovono trasporti puliti in tutta EuropaTransport & Environment riconosce con gratitudine il supportoT&E ha 10 organizzazioni di supporto nazionali e internazionaliC'è un ruolo per tutti nella nostra lotta per un trasporto pulitoOgni anno T&E offre una panoramica degli sviluppi chiave nel trasporto pulito e del ruolo che abbiamo svolto nel dare forma al dibattitoUnisciti a noi nella lotta per un sistema di mobilità a emissioni zero che sia conveniente e abbia un impatto minimo sulla nostra salute, sul clima e sull'ambienteDiamo forma insieme al futuro della politica europea dei trasporti e dell'ambienteUnisciti a T&E e ai leader di pensiero globali per discutere delle sfide attuali e costruire la mobilità pulita di domaniContribuisci a sostenere la transizione verso sistemi di trasporto a emissioni zero.Insieme possiamo decarbonizzare i trasporti europei entro il 2050."Un cambio di rotta sbagliata per il clima, il lavoro, la competitivita", dicono gli ambientalisti.Si prega di compilare questo modulo per avere accesso al file, una volta inviato il file verrà caricato nella finestra del browser.Le associazioni ambientaliste Clean Cities Campaign, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club, Transport&Environment e WWF hanno espresso grande preoccupazione per l'annuncio del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, che ha dichiarato che l'Italia voterà contro il Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e furgoni con motori termici al 2035.Gli ambientalisti ricordano che il governo Meloni aveva già votato a favore del phase out delle auto endotermiche in due passaggi decisivi: nello scorso ottobre, proprio con il ministro Pichetto Fratin, nella fase finale del trilogo, l'Italia aveva espresso il suo appoggio a questo provvedimento.Appoggio poi confermato anche nel COREPER dello scorso novembre.Il consenso politico costruito attorno al testo aveva visto inoltre l'Italia protagonista con la deroga prevista per i piccoli costruttori (l'emendamento così detto “Salva Motor Valley”), con la quale sono stati indeboliti gli obiettivi climatici garanzia costruttori come Ferrari e Lamborghini .Le associazioni ambientaliste temono che la strategia del governo italiano possa saldarsi con quella di altri Paesi, in questa fase, a scapito degli obiettivi climatici, che sono chiari e dovrebbero essere perseguiti con coerenza.Tornare indietro sugli impegni presi, tuttavia, è negativo anche da un punto di vista industriale: gli Stati Uniti e la Cina, i maggiori competitor dell'UE, stanno accelerando la transizione verso l'elettrico del settore automotive con enormi investimenti.Smentire l'obiettivo del phase out al 2035 – la cui ratifica sembrava fin qui certa – determina una grave incertezza per gli investitori del settore, con ricadute negative sul mondo del lavoro e sui consumatori.L'Europa rischia la delocalizzazione di buona parte della sua produzione e di perdere competitività, anche sui mercati interni già messi in crisi dall'industria asiatica;l'Italia rischia un ulteriore arretramento della sua industria nazionale, già indebolita, sullo scacchiere globale.“Chiediamo al ministro Pichetto Fratin e al governo italiano di fare gli interessi del clima e dell'Italia, che sono perfettamente compatibili e coincidenti”, hanno dichiarato le associazioni.“Tutte le grandi aziende dell'automotive hanno strategie industriali ambiziose per privilegiare l'elettrico già dal 2030. L'Italia ha un asset industriale nella componentistica, che deve necessariamente seguire gli orientamenti dell'industria.Difendere una tecnologia vecchia e inefficiente come il motore endotermico, non solo in Europa ma anche a livello nazionale, con sussidi pubblici per l'acquisto di auto inquinanti, è un orientamento che rischia di avere ripercussioni estremamente negative per il nostro Paese”.Le associazioni firmatarie dell'appello odierno, inoltre, sono in attesa dell'udienza del TAR del Lazio sul ricorso presentato nel 2022 contro gli incentivi statali per l'acquisto di nuove auto.L'udienza, fissata per il prossimo 21 giugno, è frutto di un'iniziativa elaborata contro i bonus elargiti anche per veicoli con emissioni fino a 135 grammi.Una misura che ha dimostrato tutta la sua inutilità, soprattutto considerando la possibilità di usare quei fondi per la riconversione produttiva e l'incentivo all'uso del trasporto pubblico.Per gli ambientalisti l'Europa deve confermare la sua leadership nella competizione globale per la decarbonizzazione anche nel settore dei trasporti.L'Italia, in questo scenario, non deve giocare una partita di retroguardia: si rischiano impatti ambientali, sociali e industriali estremamente negativi.Le componenti più lungimiranti dell'industria nazionale e del mondo del lavoro chiedono investimenti, formazione, piani industriali credibili per affrontare la transizione: non che l'Italia la rallenti o che ne hanno fatto mera spettatrice.La principale ONG europea che si batte per trasporti più pulitiTieniti informato e aggiornato con le ultime notizie su Trasporti e Ambiente direttamente nella tua casella di posta.© 2023 Federazione europea per i trasporti e l'ambiente AISBLRegistro UE per la trasparenza numero 58744833263-19Web design per organizzazioni non profit di Fat Beehive